Ormai da diversi anni, il perfetto alleato per la bellezza di viso e corpo è il grasso. A lungo considerato il principale nemico di una perfetta silhouette in realtà, il tessuto adiposo rappresenta un filler ideale per donare nuove volume e proporzioni ad aree del nostro volto e del corpo. Esattamente come un tradizionale filler a base di acido ialuronico, anche il grasso permette di volumizzare e donare nuove forme ma la tecnica di infiltrazione e di trattamento del grasso varia a seconda delle zone da trattare.
Abbiamo allora rivolto qualche domanda allo stimato Dott. Andrea Ingratta, noto chirurgo e medico estetico della capitale che ci ha fornito chiare informazioni sul trattamento di lipofilling e sulle tecniche di infiltrazione.
Dott. Ingratta che azione svolge il grasso infiltrato?
La tecnica operatoria del lipofilling ha subito nel tempo una vera e propria rivoluzione, giungendo all'utilizzo di cannule e filtri di preparazione più piccoli che consentono di sfruttare al massimo, sia l'azione volumizzante del grasso sia quella rigenerativa delle cellule staminali che contiene. Il grasso infatti non solo dona nuove forme al corpo, ma le sue cellule staminali svolgono una azione rigenerante dei tessuti permettendo di miglirarne la texture e la compattezza.
Quante tecniche di infiltrazione del grasso esistono?
Abbiamo tre tecniche. La prima è nota come Macrofat ottenuto con cannule da liposuzione ed è utilizzato per poter aumentare il volume di zone del corpo più estese. Abbiamo poi il Microfat ottenuto mediante l’utilizzo di cannule più piccole e specifiche che permettono di conservare meglio le componenti staminali del tessuto adiposo. A queste tecniche si aggiunge una terza di recente sviluppo definita Nanofat che consente di utilizzare il grasso per ottenere un ringiovanimento cellulare e una rivitalizzazione dei tessuti trattati, sfruttando la sua azione rigenerativa.
Qual è la differenza specifica tra le tre tecniche?
Principale differenza tra le tre tipologie di lipofilling è rappresentato dalle staminali conservate nel tessuto adiposo. Mentre infatti nel Macrofat e Microfat il grasso presenta più adipociti vitali responsabili dell'aumento volumetrico, nel Nanofat il loro numero si riduce a zero e prevalgono invece i fattori di crescita legati alle cellule staminali.
Quindi la tecnica Nanofat è antiage?
La tecnica nanofat è particolarmente indicata per ottenere non solo un ringiovanimento e una biorivitalizzazione cutanea; è impiegato anche in chirurgia plastica ricostruttiva, per la correzione di esiti cicatriziali, esiti di radiodermiti e per migliorare in generale la qualità dei tessuti.
Per maggiori informazioni sull'intervento di lipofilling a Roma c/o lo Studio Medico in Via Angelo Poliziano, 78 - Cap 00184, è possibile contattare il Dott. Ingratta telefonando al numero 333.81.01.257 oppure scrivendo direttamente attraverso il sito nell'apposito modulo di contatti.